Silenzi D’Autore

Pietro Cabras

Biografia

Il 16 Maggio 1938 nasce in Pirri  - Cagliari - Pietro Cabras. Figlio di un commerciante, viene indirizzato agli studi della meccanica . Appena ventenne trova lavoro presso una fonderia locale come progettista – modellista  e lì comincia a forgiare la sua  personalità artistica:  pezzi mastodontici e denti di ingranaggi grezzi per miniere hanno portato il suo ingegno a tramutare la tecnica della meccanica, in oggetto d’arte, cosicché il manufatto forgiatosi tra le sue mani, sfruttando il metallo nobile del bronzo, potesse riassumere, in un binomio contraddittorio e imprescindibile, la fisica del moto non solo quale entità corporea, concreta e tangibile, ma anche quale soffio e spirito di vita  impalpabile e permeante.

Iniziava così per l’artista una nuova esperienza: per  l’esecuzione dei modelli, a cui attingeva per la costruzione delle sue opere, non utilizzava più il legno, ma l’argilla, il gesso e la cera, l’ultima delle quali è naturalmente la più utilizzata nel procedimento di fusione delle statue  - detto appunto fusione a cera persa.

La riproduzione dei bronzetti nuragici , quasi identici a quelli ritrovati nei siti di origine ed esposti nei vari musei archeologici distribuiti in Sardegna, spingono Pietro Cabras ai traguardi irraggiungibili dell’arte più significativa.

i Festanti.

La comitiva dei Festanti riproduce l’atmosfera delle feste tradizionali sarde: ai suonatori di launeddas e  fisarmonica sono affiancate donne in costume, alcune delle quali reggono la “corbula” mentre altre danzano gioiose.

 

Sono sempre dello stesso anno i preziosi soggetti floreali bronzei (rose, narcisi, girasoli, calle) stesi su letti di foglie fregiate.

È invece del 2007 la lastra bronzea funerea con in bassorilievo il busto del defunto, sul cui sfondo rileva una scena ludica raffigurante una porta di calcio, in rievocazione del ruolo che lo stesso ricoprì come presidente di una squadra di calcio.

 

Nel 2008 l’artista si è dedicato alla realizzazione di due eccellenti grandi opere. In maggio ha foggiato le imponenti teste e zampe di due Draghi sputa-fuoco in bronzo, commissionategli con la funzione di ornare il corrimano della scalinata di un’abitazione privata.

 

Mentre nei mesi di luglio e agosto l’artista si è dedicato alla creazione di un impegnativo e totalizzante lavoro commissionatogli dalla Curia della Arcidiocesi di Cagliari in occasione della visita pontificia del 7 settembre: dieci Medaglioni raffiguranti in bassorilievo gli stemmi e i motti dei Vescovi che hanno presieduto alla Arcidiocesi dal 1893 ad oggi. Un undicesimo medaglione riporta invece lo stemma e il motto di Papa Benedetto XVI. Gli undici medaglioni si trovano attualmente in una sala intitolata a Papa Benedetto sita nella Curia di Cagliari.

 

È inevitabile non concludere , ai fini del nostro indagare sulla carriera artistica di Pietro Cabras, con la piena consapevolezza che l’intero operare dell’autore è stato guidato ed orientato verso l’approfondimento della conoscenza  di

Dio, Essere Supremo di tutti noi.

 

Questo è infatti il messaggio che l’artista vuole manifestare :

“ Dio, Essere Supremo di tutti noi, aiutaci a perseguire i nostri ideali, dandoci la forza di poter trasmettere ai posteri, attraverso l’arte, quanto Tu sei l’Altissimo.”

 

  

 

 

Nel 1963, autodidatta, frequenta corsi specialistici nelle scuole d’arte, nelle quali troverà l’attenzione di maestri rinomati quali Dino Fantini per la scultura e la pittura, Antonio Mura per la pittura e l’incisione, e ancora Foiso Fois per la pittura.

 

Le mani dell’artista si arricchiscono anche dello studio della tecnica del colore e del tratto del pennello, dandogli nuove sensazioni e nuovi stimoli, e arrivando a prediligere il disegno in maniera speciale e sensazionale.

Nel 1967 inizia le sue prime opere : una Resurrezione pannellata ed un mezzo busto del padre deceduto. I lavori venivano studiati e i particolari delle opere venivano ricercati e perfezionati con appassionato impegno, affinché la sicurezza che i polpastrelli delle mani dell’artista ostentavano riuscisse a trasformare tutto quanto il suo interiore intendeva realizzare.

 

Pietro Cabras prende parte a gruppi d’arte e nel 1970 realizza un meraviglioso busto di Papa Giovanni XXIII; nel frattempo le sue quotazioni capacitive riscuotono sempre più il rispetto della critica. Innumerevoli sono gli inviti e le richieste di partecipazione a mostre collettive e personali.

Nel 1976 l’artista  realizza una Pietà (bassorilievo in bronzo) situata nel cimitero di Assemini; seguono i primi lavori in pietra, operando con  una tecnica dura, alquanto differente da quella della lavorazione della cera e dell’argilla, che proferisce all’artista nuove sensazioni e capacità di penetrazione della materia.

 

Si rivela necessario sottolineare l’importanza della realizzazione nel 1989 della Via Crucis in bronzo commissionatagli da Don Mario Isola della Parrocchia della Beata Vergine del Carmine in Assemini, opera  eseguita con la fusione a cera persa, raffigurante personaggi modellati in tutto tondo, altezza 40 – 45 cm, (la  realizzazione a tutto tondo è una tecnica  innovativa nell’isola),  nelle espressioni dei quali è riassunta la morbida plasticità figurativa e la silenziosa linea decisa e profonda, malinconica e disperata di certi profili sardi. La realizzazione della Via Crucis è stata per l’artista un lavoro lungo e minuzioso, eseguito nei ritagli di tempo disponibile: i giorni di festa e le silenziose ore notturne.

 

Ancora nel cimitero di Assemini possiamo ritrovare esempi altissimi della grandezza scultorea di Pietro Cabras : nel 1994 esegue, su commissione, un Cristo Redentore in bronzo che  porterà l’autore a rimettersi alla prova nel 2000 con la realizzazione di una diversa immagine e di un  nuovo messaggio di redenzione di Cristo.

Nel frattempo l’artista è chiamato nelle scuole locali come organo di ausilio del docente didattico, competente nella materia, per l’insegnamento dell’arte e la diffusione della sua tecnica scultorea agli scolari che si confrontano per la prima volta con il procedimento di realizzazione di un’opera scultorea dalle fasi di modellamento alle fasi finali di fusione in bronzo.

 

Nel 2002 si registra la realizzazione di un Tabernacolo diretto ad un convento di Iglesias.

L’autore arriva così a espandere la propria coscienza artistica e critica,  alternando al caldo del metallo fuso nel crogiuolo, nuove linee con stile delicato, carpendo dall’animo arido e impenetrabile della pietra il contenuto della vita e della figura della donna sarda.

Ancora il 2002 suggella la realizzazione del mezzo busto della madre dell’autore, che conclude il complesso iniziato nel 1967 .

 

Il 2002 si rivela anno proficuo per l’artista: commissionatagli da Don Laurino Nurra  è la realizzazione dell’alto bassorilievo, quasi tuttotondo nei suoi movimenti (alto 2 metri ca.), raffigurante “San Michele Arcangelo”, nella cui sembianza è riassunto il significato della lotta al male, lotta vincente che si compie nel giudizio universale della vita e della morte (A e W) riflesso nel simbolo della sentenziante bilancia. L’opera si trova in Germania.

 

Tra il 2003 ed il 2004 Cabras ha concentrato la sua curiosità artistica su nuove tecniche di rappresentazione pittorica.

Numerose sono state le tele dipinte con nuove sfumature di colori brillanti: il vermiglio spennellato su petali di rose si alterna al giallo bruciato di spighe, girasoli e mimose.

 

Nel 2005 dopo aver realizzato una lastra bronzea con bassorilievo raffigurante San Giuseppe e il bambino Gesù, commissionatagli dall’Ordine delle Giuseppine della città di Cagliari, l'artista si applica allo studio e alla progettazione di nuove piccole sculture bronzee: