Silenzi D’Autore

Pietro Cabras

Critica: La Siesta

La Siesta

Olio su tela,

2001.

Il dipinto ha un'armonia di colori e di forme che conferiscono un senso di serenità alla sosta ristoratrice che rappresenta. L'attività della giornata ha subito una sospensione nelle ore più calde, che consente di tirare il fiato; la sospensione è evidentemente temporanea: Il forno è spento ma la "bocca" non è protetta , il carro dei buoi ha la stanga a terra ma il giogo è rimasto attaccato ad essa, la scala è rimasta a terra in mezzo al passaggio per il loggiato, vicino vi è un tronco pronto per essere tagliato e ridotto in legna da ardere.

 

E' questo il momento in cui puoi meditare sull'esistenza e vedere "con triste meraviglia come è tutta la vita e il suo travaglio…(Merigiare ....Montale)." Ma l'ora di maggior calura è già passata, infatti il carro proietta la sua ombra allungata a significare che il sole non è più sullo zenith. (La Fede ha perso un poco della sua fortezza).

 

… E' ora di riprendere il cammino interrotto: "con il sudore della fronte" l'uomo dovrà procurarsi il necessario alimento (il divin frumento) che gli consentirà di elevarsi verso l'alto, qui la scala temporaneamente a terra rappresenta proprio il ponte verso il cielo (come nel sogno di Giacobbe) ma sarà ancora necessario prendere la croce (il carro , i buoi, la legna, il forno) e mettersi alla sequela di Nostro Signore lungo la difficile strada in salita, faticosa ma protetta dai muretti quindi sicura verso la Speranza.

 

E' da sottolineare che la sosta ha aperto un varco su uno dei muretti di protezione ed è il momento in cui l'uomo può essere distratto dalla retta via; infatti, oltre i muretti, fuori dalla strada, la salita diventa più difficile, tortuosa e intricata: i cespugli, l'erbaccia, i sassi sulla collina rappresentano l'impedimento al cammino verso l'alto.

 

Luigi Collu