Silenzi D’Autore

Pietro Cabras

Tecnica: fusione a cera persa

Tecnica della fusione a cera persa

 

La tecnica metallurgica di fusione del bronzo fa risalire i propri prodromi all'età protostorica, giustappunto nota come età del bronzo III millennio a. C., ampiamente diffusa dall'estremo capo occidentale dell'Europa al Celeste Impero di Mezzo retto dalla dinastia Shang.

Il bronzo è una lega di metalli: al rame si lega solitamente lo stagno, che conferisce al contempo resistenza e plasticità al metallo prodotto. Fu probabilmente la penuria di stagno a favorire intorno al I millennio a.C. la transizione dall'età del bronzo all'età del ferro, che incanalo' l'ordinaria produzione di armi e utensili all'utilizzo del ferro, più leggero e plasmabile.

Grazie alla sua incorruttibilità rispetto all'azione degli agenti ambientali, il bronzo fu da allora in poi utilizzato specificamente per la realizzazione di oggetti di particolare valore: come se la sua temporalità votata all'eterno fosse permeata da un alito divino e superasse gli umani limiti fondendosi tutt'uno con l'infinito.

La storia dell'arte ci ricorda numerosi esempi scultorei di oggettivazione del trascendente nell'immanente materialità del metallo: dalla produzione bronzistica orientale della cultura Karasukiana alla zoomorfa sembianza del Bucranio del Luristan; dai vasi rituali e gli specchi finemente decorati dell'arte cinese al Tian Tan Buddha di Hong Kong; dai bronzi di Riace della Magna Grecia alla statua equestre di Marco Aurelio in Campidoglio; dal fiorentino Perseo di Benvenuto Cellini a Le Penseur di Auguste Rodin.

La cultura nuragica, sviluppatasi in Sardegna nel IX-VI secolo a.C., fece della metallurgia e, nel caso di specie, della lavorazione del bronzo uno dei punti focali della struttura economica, commerciale e societaria dei centri indigeni. L'intero procedimento di produzione del metallo veniva realizzato in loco, consentendo ai nuragici di poter esperire ed affinare la propria abilità tecnica. Gli estesi bacini mineraliferi sardi, ricchi di rame, hanno certamente favorito l'utilizzo della metallurgia e hanno altresi' offerto un nuovo impulso all'apertura commerciale e al confronto internazionale con altre società. Lo stagno, di cui il territorio sardo è carente, veniva infatti importato nell'isola proprio grazie al commercio.

Il bronzo diviene per i nuragici non solo strumento di piena realizzazione della tèchne, del saper fare, ma anche mezzo attraverso il quale poter manifestare la propria capacità artistica oltre che artigiana.

Esempio di questa pulsione estetica sono certamente i bronzetti sardi, sculture bronzee (altezza 30 cm circa) distintive della cultura nuragica, che verosimilmente avevano funzione religiosa e propriamente votiva. Il ritrovamento dei bronzetti nuragici ci ha consentito di ricostruire i costumi e l’organizzazione della vita comunitaria: sono infatti rappresentati capi tribù, cacciatori, animali, capi religiosi, arcieri, barchette votive e guerrieri di ogni sorta.

In questo stesso sito sono esposte in gallerie virtuali le riproduzioni dei bronzetti originali che lo scultore e bronzista Pietro Cabras iniziò a studiare e a realizzare in età giovanile fin dal primo periodo di apprendistato nei laboratori artigiani e nelle fonderie. Ad attrarre l'attenzione di Cabras fu non solo il retroterra storico-artistico dell'età nuragica, ma soprattutto l'esperienza tecnica e l'elevato livello cognitivo nell'uso della metallurgia e nella fusione del bronzo. Infatti per realizzare i bronzetti sardi fu utilizzata un'affinata tecnica di fusione, alquanto articolata e complessa: è la fusione a cera persa.

 

L'apprendimento di tale tecnica diviene per Pietro Cabras una costante formativa di disciplina espressiva che avvia il suo percorso di bronzista: bronzetti nuragici, piccole sculture e grandi opere bronzee saranno oggetto di studio ma soprattutto di applicazione del metodo.

La grande propensione per l'utilizzo del bronzo da parte dell'artista Pietro Cabras si giustifica nella proprietà auto-espansiva del metallo, che perdura anche durante la solidificazione, favorendo una penetrazione capillare della materia.

Il proposito di questo nostro approfondimento conoscitivo sull'arte della metallurgia praticata dell'esimio maestro Pietro Cabras è spiegare la procedura di realizzazione delle sue opere bronzee.

Dapprincipio per utilizzare la tecnica a cera persa Cabras realizza un modello in creta o gesso per ottenerne poi uno stampo su cui verrà colata la cera e ricavato un nuovo modello.

Il paradigma di fusione a cera persa più semplificato dispone che vengano forate le estremità dello stampo, una volta ricavato il modello in cera, in modo che sottoponendo il manufatto ad altissima temperatura possa fuoriuscire la cera fusa e al suo posto possa colarsi il bronzo.

La diretta osservazione del processo di creazione dell'opera bronzea (dalla fase della progettazione a quella della bulinatura) nel laboratorio artistico di Pietro Cabras ci aiuta a definirne la progressione nei suoi distinti stadi operativi:

 

1. Realizzare un modello in gesso o creta. L'anima del modello è costruita con fili di ferro e retine di vario spessore, trama e malleabilità, a discrezione dell'artista e dei suoi progetti. Una volta composta la struttura interna si getta il gesso e si livella sopra essa .

 

In Vita, l'opera autobiografica di Benvenuto Cellini, è descritta dettagliatamente la fase di progettazione e prima realizzazione del Perseo: "facevo il Perseo di gesso, della grandezza ch'egli aveva da essere, con pensiero di formarlo da quel di gesso. Quand'io viddi, che il farlo per questa via mi riusciva un po' lungo, presi un altro espediente [...] cominciai la figura dell'ossatura, anzi della Medusa, e feci un'ossatura di ferro; dipoi la cominciai a far di terra." (B. Cellini, Vita, 1558-1566, pubblicato da N. Bettoni 1821, New York, pag. 272-273)

 

2. Spennellare il grasso sulla superficie del modello in gesso e successivamente versarvi sopra la cera fusa.

 

3. Costruire alcuni canali principali in cera da disporre nel modello e attraverso questi far fluire il metallo fuso. Occorre inoltre effettuare alcuni orifizi secondari di scarico dai quali dovranno effondersi i gas e la cera fusa.

 

4. Un amalgama di terra refrattaria (gesso o sabbia) verrà distribuita sul modello.

 

5. Successivamente avviare l'accensione del forno e fondere a 1000°C. La cera, sottoposta a cosi' elevate temperature, passa allo stato liquido e discende dagli appositi canali di emissione. E' proprio per tale ragione che questo processo di fusione è detto a cera persa.

 

6. Colare il bronzo fuso lungo il canale di immissione principale, che ordinariamente è posto sulla sommità del modello e lasciar raffreddare il modello dentro al forno.

 

7. Procedere alla rimozione del materiale refrattario compattato e successivamente riportare all'esterno l'opera.

8. La fase conclusiva prevede il laborioso impegno dell'artista nella ripulitura dell'opera che esordisce con l'amputazione dei canaletti utilizzati per la colata del metallo che durante la fusione si solidificano. Si passa dunque alla fase della sabbiatura per piallare la superficie, rimuovendo le escrescenze di metallo rappreso. Sarà poi il cesello a definire rifinitura ed incisività dei

particolari ornativi e la profondità delle forme.

Ai fini del nostro disaminare sul procedimento di fusione del bronzo con tecnica a cera persa, rileva evidenziare che esso si presta a numerose complesse tappe tecniche per cercare quanto più possibile di conciliare l'imprevedibilità della fusione del metallo all'interno delle fornaci con l'effetto desiderato. L'archetipo teorico sopra descritto nell'esperienza del bronzista è, difatti, solo uno schema pratico iniziale attraverso il quale è possibile solamente avviare l'intero processo. Il bronzista, come ci insegna Pietro Cabras, rimane incerto sulla riuscita dell'opera per l'intera durata della fusione e del raffreddamento.

L'impronta dell'atavico retaggio artistico sardo si perpetua imperituramente nella produzione scultorea di Pietro Cabras.

 

Egli è custode degli arcani della tradizione metallurgica, maestro ed iniziatore di un rivoluzionario linguaggio espressivo tecnico ed estetico.