Silenzi D’Autore

Pietro Cabras

Critica: Zia Antioga

Zia Antioga

Olio su tela

1976

Quanto sei bella tzia Antioga!

 

Per l’occasione ti sei messa il fazzoletto,

in tutta fretta , per mettere al sicuro i tuoi capelli

dallo sguardo indagatore del maestro

forse un pochino piccolo e stretto,

il primo che hai trovato nella foga

della ricerca o forse l’unico del dì di festa

per il maestro che a dipingere si appresta

il tuo ritratto; devi essere te stessa

devi stare immobile … per i tratti più importanti.

 

Ti han detto che il ritratto è come una foto

Il mento alto per rendere l’aspetto altero

Il viso dignitoso lo sguardo in avanti;

“peccato quelle borse…, ma ho dormito poco

al pensiero della posa

e….non c’era belletto sul comò

per nasconderle, pazienza !

mi daranno qualche anno

in più…. i nipoti che verranno”.

 

Lo sfondo il maestro, lo finirà con comodo,

forse non cambierà colore.

 

Però, perché non hai sorriso ,

quando il maestro ti suggerì la posa?

Forse avevi una carie da curare o un dente storto

che con le labbra serrate gli hai nascosto.

Come le parole che non dici con la gente colta,

per mancanza d’autori conosciuti e meditati.

Ora non ha più importanza , tzia Antioga,

come donna di famiglia, similmente sei nel mio cuore.

 

 

Luigi Collu